le due guerre
Da Catania l'appello interreligioso di arcivescovo e Imam: «A Gaza e in Ucraina tornino pace e rispetto della dignità umana»
Entrambi sottolineano la necessità della preghiera e del dialogo tra i popoli in questo momento difficile nel panorama internazionale

Da un lato l'arcivescovo di Catania, Luigi Renna e dall'altro l'Imam e vice presidente dell'Ucoii, Abdelhafid Kheit unanimi nell'invocare la pace in questo momento difficile nel panorama internazionale.
Il primo, accogliendo l’invito di Papa Leone XIV, chiede a Catania una mobilitazione generale nella preghiera del Santo Rosario per invocare il dono della pace. «In modo particolare, sabato 11 ottobre - scrive l’arcivescovo - convochiamo nelle parrocchie, nelle rettorie e nelle cappelle delle comunità religiose, persone di ogni età, senza quindi escludere i più giovani, per la preghiera del Santo Rosario, nell’ora che riteniamo più opportuna. Io stesso – prosegue l’arcivescovo - presiederò la preghiera mariana nel Santuario della Madonna della Pace in Belpasso alle 20.30 dell’11 ottobre». Monsignor Renna fa poi esplicito riferimento a quanto sta accadendo a Gaza e in Ucraina. E aggiunge: «Che le tanto travagliate trattative di pace giungano a buon fine, e soprattutto a Gaza e in Ucraina, focolai di conflitti di portata mondiale, torni la pace e il rispetto della dignità umana».
Anche l'Imam: «Condanna ferma e senza compromessi degli attacchi su Gaza. Oggi la nostra umanità è messa a dura prova. Con profondo dolore e sdegno assistiamo ancora una volta ai bombardamenti su Gaza, nonostante la notizia che Hamas abbia accettato la proposta di cessate il fuoco secondo il piano del presidente americano Donald Trump. Dopo ogni attacco su Gaza - aggiunge - mi chiedo chi avrà ancora la forza, il coraggio o la coscienza di fermare questo calpestare continuo del diritto internazionale. Ogni giorno vediamo immagini di distruzione, di bambini estratti dalle macerie, di madri che stringono i corpi dei loro figli e intanto il mondo resta immobile, come se la legge che vale per tutti non valesse per i palestinesi. Mi chiedo: a cosa serve parlare di "diritti umani", di "convenzioni internazionali", di "ordine mondiale" - osserva l'Imam di Catania - se tutto questo si dissolve davanti alla violenza del più forte?». «Se chi bombarda civili resta impunito - sottolinea - mentre chi resiste all'oppressione e chi difende i civili viene marchiato come terrorista come abbiamo sentito tutti le accuse alle attiviste della global sumud flotilla. L'Islam - ricorda Abdelhafid Kheit - ci insegna che l'ingiustizia è più pericolosa della miscredenza stessa, perché corrompe il cuore dell'uomo e della società. E ciò che vediamo oggi è proprio questo: un mondo che ha perso il suo senso di giustizia. Chi difenderà i principi per cui l'umanità ha giurato 'mai piu'? - si domanda l'Imam- Chi fermerà la mano di chi si sente al di sopra di ogni legge, di ogni pietà, di ogni verità? Io non ho risposte definitive, ma so una cosa: tacere sarebbe complicità». «Restare neutrali - dice ancora il vice Presidente dell'Ucoii - davanti all'oppressione è scegliere il lato dell'oppressore, a questo proposito chapeau alla global sumud flotilla. Il diritto internazionale non può essere solo una scritta su carta: deve essere la voce viva di chi si oppone al male, ovunque esso agisca. E se le istituzioni tacciono, tocca a noi cittadini, credenti ed esseri umani gridare la verità - prosegue - finché il silenzio non diventerà impossibile. Finché un solo bambino continuerà a morire sotto le bombe la coscienza del mondo resterà macchiata. E io - conclude Abdelhafid Kheit - continuerò a chiedermi, con rabbia e con fede, chi fermerà questo scempio, e quando l'umanità deciderà di tornare umana».