ENERGIA
Batterie, due aziende si dividono il mercato: per la "ricarica green" della Sicilia vince Eni
Asta Terna: ecco l’esito provvisorio. Non c’è il progetto Bess (Battery energy storage system) da tre miliardi a Catania “indigesto” alla Regione

Doveva essere una “Battery Valley” con la benedizione di Terna, gestore della rete elettrica italiana. Invece il progetto da tre miliardi alla zona industriale di Catania, attaccato ai Mercati agroalimentari, non ha vinto l’asta Macse, cioè il meccanismo tramite il quale venivano aggiudicati i sistemi di stoccaggio dell’energia pulita. Per la Sicilia, che secondo Terna ha una necessità di accumulo di elettricità da fonti rinnovabili di 500 Megawatt/ora l’anno, hanno vinto due operatori distinti che si divideranno equamente il mercato: Eni Plenitude Storage Italy e Scara Energia.
Il 30 settembre si è svolta la prima asta nazionale per le “batterie” che dovranno mettere da parte l’energia green affinché non vada persa. Una gara gigantesca, perché c’erano sul tavolo 10 Gigawatt di capacità in tutt’Italia, divisi in quattro macroaree: Centro Sud, Sud e Calabria, Sardegna, e Sicilia.
Funziona così: l’operatore mette a disposizione le sue batterie per 15 anni e garantisce che l’elettricità ci sia sempre, per tutti coloro che volessero distribuirla; in cambio ottengono un premio fisso calcolato per Megawatt ora per anno. A decidere a quanto ammonta il fisso è l’Arera, l’Autorità di regolazione dell’energia. L’importo stabilito era di 37mila euro per Megawatt ora/anno. Da lì, l’asta al ribasso.
In Sicilia, l’offerta più alta accolta da Terna è di 18.816 euro per Megawatt ora l’anno. Cioè meno della metà del premio proposto da Arera, ma comunque la più alta fra quelle vincenti negli altri lotti nazionali. Non è ancora noto chi l’abbia formulata, se Eni Plenitude o Scara Energia, così come non è chiaro quale sia la localizzazione dei Bess (Battery energy storage system) da costruire entro il 2028, quand’è prevista l’entrata in funzione del sistema.
Al di là di Eni, che conferma la passione per la Sicilia, l’altra azienda vincitrice, Scara Energia, nell’Isola non si è granché conosciuta. Il suo nome compare tra gli atti amministrativi del Comune di Priolo Gargallo, nel Siracusano, cui ha presentato ad agosto 2023 la richiesta per la Pas (Procedura abilitativa semplificata) per la «realizzazione di un impianto Bess con potenza di immissione pari a 128 Megawatt», in contrada Biggemi. La Pas, di per sé, essendo una procedura che si svolge in seno ai municipi, è in teoria più rapida delle altre. Quella in questione, però, ha avuto una gestazione lunga: concessa il 6 maggio 2025, l’iter è cominciato ufficialmente il 7 giugno 2024, quando è stata indetta la conferenza dei servizi. Che, però, è stata sospesa poco dopo e riaperta a febbraio 2025. Servono ancora alcuni mesi per arrivare, a maggio di quest’anno, al via libera.
Condizionato, però, all’avverarsi di una serie di condizioni. Tra cui la dimostrazione, da fare arrivare all’Irsap, «di avere titolo e relativi requisiti di “grande industria” al fine dell’assegnazione delle aree». Perché, scrive sempre l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, è quella la condizione per assegnare alla società «l’area per la realizzazione dell’impianto Bess». In mancanza di questo requisito, puntualizza il Comune di Priolo, «l’impianto non potrà essere» creato. Il 27 luglio la società Bess Italia Priolo (stessa sede di Scara Energia, a Milano, ma diverso rappresentante legale) chiede il vincolo di pubblica utilità per espropriare parte dei terreni che serviranno al futuro impianto di batterie. Per il quale, peraltro, sarebbe stata richiesta a luglio 2014 anche un’autorizzazione alla Regione.
Sia Scara Energia sia Bess Italia Priolo sono parte dello stesso gruppo internazionale: è NatPower, operatore indipendente dell’energia specializzato sulle fonti rinnovabili, col cuore in Lussemburgo e ramificazioni, oltre che in Italia, anche in Gran Bretagna, negli Usa e in Kazakistan. Dall’azienda non arrivano conferme sul fatto che il progetto presentato all’asta Macse sia, in effetti, quello di Priolo. Anche perché nel Siracusano, stando alle procedure di autorizzazione “tracciabili”, la capacità è di soli 130 Megawatt. Nel bando Terna, invece, Scara Energia se n’è aggiudicata 250, quasi il doppio.
Le regole della gara parlano chiaro: chi è individuato come vincitore, ha due giorni per confermare l’interesse e le capacità dichiarate. Altrimenti perde tutto e l’elenco scorre. Serve, quindi, ancora qualche ora per comprendere se Eni Plenitude NatPower saranno la “ricarica” dell’Isola.
Allo stato attuale sembra tagliato fuori il maxi-progetto da tre miliardi di Absolute Energy (rivelato nei dettagli dal nostro giornale), immaginato alla zona industriale di Catania con i galloni del più grande del mondo occidentale. Trenta ettari di impianto, circa il doppio di terreni presi in gestione dal Maas etneo e 700 posti di lavoro stimati. Tutto con un’autorizzazione statale dalla Zes Unica. “Indigesta”l al’assessorato all’Energia.
Secondo quanto appreso da La Sicilia, la Regione starebbe preparando un ricorso al Tar per affermare la sua competenza esclusiva sull’impianto. Perciò avrebbe chiesto il conforto dell’Avvocatura, piuttosto cauto sul tema. Ma è già pronto un professionista di grido, per combattere a colpi di carte bollate gli “invasori” dell’energia. Anche se adesso, forse, non ce n’è più bisogno.