Scandalo Sanità
I progetti sanitari "pilotati": Catania si dichiara «incompetente» e il processo migra a Palermo
Il Tribunale etneo ha accolto l'eccezione della difesa. Ci vorranno due mesi per le motivazioni e poi i faldoni saranno inviati dall'altra parte dell'isola.

Il processo da Catania sarà trasferito a Palermo
«Tutti a Palermo». Questo il messaggio che, ieri mattina, è partito dai telefonini di diversi avvocati catanesi. I destinatari sono gli imputati del processo scaturito dall’operazione “Psn” che due anni fa creò uno scandalo giudiziario in bilico fra sanità e politica. L’inchiesta è quella condotta dai carabinieri di Catania che attraverso una serie di intercettazioni ricostruirono un presunto “sistema” di corruzione e turbative per piazzare i candidati prescelti a capo di alcuni progetti sanitari finanziari con fondi pubblici e attivati al Policlinico e al Garibaldi di Catania.
Il Tribunale di Catania, collegio presieduto da Consuelo Corrao, ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale della difesa (già sollevata dall’avvocato Enzo Mellia in udienza preliminare e riproposta dall’avvocato Giampiero Torrisi in dibattimento) basato sul fatto che si tratta di stanziamenti che passavano dagli assessorati regionali. E quindi il reato sarebbe stato commesso fra le stanze dei bottoni di Palermo. Alla “mozione” si sono associati gli altri legali: sono serviti diversi rinvii per prendere una decisione definitiva. E dire sì all’invio degli atti a Palermo per tutti gli imputati. Il viaggio dall’altra parte dell’isola non ha ancora una data precisa: i giudici catanesi si sono presi sessanta giorni di tempo per scrivere le motivazioni e spedire i faldoni al Tribunale di Palermo ritenuto “competente” territorialmente.
I registi del presunto schema illecito sarebbero stati il dentista Ezio Campagna (che ha patteggiato la pena) e il funzionario Aldo Missale (condannato in abbreviato in primo grado a 6 anni e 8 mesi). Nel calderone delle intercettazioni - centinaia di dialoghi captati - finì anche la vittoria di Missale per il concorso di direttore amministrativo dell’ordine dei medici di Catania.
Nel filone che è stato trasferito al palazzo di giustizia di Palermo sono imputati, fra gli altri, l’ex assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza (oggi europarlamentare) e l’ex assessore comunale catanese Pippo Arcidiacono. Che però hanno sempre respinto la ricostruzione della procura di Catania.