×

Il caso

Il gup: «Così Santi Rando siglò il patto con i Santapaola»

Tremestieri: depositate le motivazioni della sentenza “Pandora”

Laura Distefano

30 Settembre 2025, 09:59

30 Settembre 2025, 09:58

Il gup: «Così Santi Rando siglò il patto con i Santapaola»

Sono state depositate le motivazioni della sentenza emessa del gup, Ottavio Grasso, nell’ambito del processo abbreviato “Pandora”. Lo scorso marzo l’ex sindaco Santi Rando è stato condannato a 8 anni per voto di scambio poltico-mafioso e corruzione.

Per il gup, nel 2015, ci sarebbe stato un patto fra il sindaco, tramite Paolo Cosentino, e il clan Santapaoala-Ercolano per assicurare la vittoria di Rando alle amministrative. La vicenda giudiziaria è partita dalle rivelazioni di alcuni pentiti che parlarono di un summit a cui partecipò anche l’ex primo cittadino. E che si interessarono a procurare voti per il candidato sia Francesco Santapaola “Colluccio”, all’epoca reggente di Cosa nostra catanese, che Vito Romeo (parente acquisito di Cosentino). «Si ritiene - scrive il gup - che le risultanze delle attività tecniche abbiano non solo riscontrato le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, ma, per di più, evidenziato elementi concreti, specifici ed inequivocabili circa la sussistenza del patto elettorale in cui, a fronte dell’appoggio mafioso nella consultazione elettorale, la compagine vincente (quella di Rando, ndr) avrebbe reso favori concreti alla consorteria malavitosa». Il giudice aggiunge che i due mafiosi in cambio dei voti procurati avrebbero «ottenuto dal sindaco anche indicazioni di potenziali imprenditori affidatari di lavori da sottoporre al pizzo».

Ma non ci sono solo i verbali dei collaboratori. Il gup scrive: «Le intercettazioni eseguite hanno confermato l’esistenza di un accordo elettorale». Il giudice fa riferimento in particolare ad alcuni dialoghi captati nei quali «si alludeva anche ad una cena nel corso della quale sarebbe stato stipulato il patto illecito». Poi, inoltre, ci sono «le numerose conversazioni evidenziate - annota il gup - che hanno dimostrato come Vito Romeo e i suoi familiari recriminassero con forza una contropartita, consistente nell’assunzione del figlio: «Ma gioia quello glielo racconta Vito Vito... hanno sancito un accordo, una sera con una cena». Rando ha detto una frase, che per il giudice è una confessione: «io voglio pagare».