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Dipendenze e salute mentale, il primo passo è fare rete

Presentato il progetto RReDD, strumento interistituzionale di cruciale importanza

Rita Baio

20 Novembre 2025, 10:00

Dipendenze e salute mentale,  il primo passo è fare rete

Dipendenze, il primo passo è fare rete. Non a caso, ieri, l’Asp ha presentato il progetto RReDD (Rete Regionale e Diffusa sulle Dipendenze) che si pone l’obiettivo di diventare lo strumento interistituzionale di cruciale importanza per il trattamento delle problematiche legate alle dipendenze e alla salute mentale.

Tutto comincia con la legge 26 del 2024 che pone l’accento sulla prevenzione e l’assistenza nell’ottica di una collaborazione tra i diversi enti istituzionali: carceri, scuole, forze dell'ordine, associazioni di volontariato, privato sociale, e tra questi, non può mancare l’Asp, con il dipartimento di Salute mentale, diretto da Leonardo Giordano, che eroga assistenza anche per le dipendenze patologiche.

«L'obiettivo – afferma Giuseppe Capodieci, direttore generale dell’Asp - è di creare una rete, già sancita con una delibera in maniera formale qualche settimana fa, per agire innanzitutto sulla prevenzione, svolgendo nelle scuole attività di formazione e di sensibilizzazione, e poi sull’assistenza per la quale stiamo lavorando per l’istituzione di un centro di prima assistenza (Cpa) che dal 15 dicembre sarà operativo all’interno dell’ex foresteria del Giovanni Paolo II, l’ospedale di Sciacca, con dodici posti letto

«La legge – prosegue Capodieci - prevede la possibilità di utilizzare le unità mobili per essere presenti nelle aree di maggiore aggregazione così da garantire non solo l'assistenza ma anche l’informazione e lo screening».

L’obiettivo, dunque, è andare alla radice del problema e, in tal senso, sono previsti dei percorsi formativi dedicati, tra gli altri, anche agli insegnanti e ai genitori. In questo contesto, si inseriscono anche i Serd «strutture a proiezione territoriale» – spiega Leonardo Giordano – che, complice la carenza di organico, sono diventati degli ambulatori e, ciò nonostante, svolgono la loro funzione. La novità, dettata dalla Legge 26/2024, riguarda la creazione di un sistema di intervento diffuso, territoriale e capillare che comporta diversi livelli di assistenza e di intervento. Tra questi, dicevamo, rientra l’intervento cosiddetto "a bassa soglia terapeutica", quindi l'unità mobile, che sarà già operativa dal primo dicembre, per il quale abbiamo già un calendario di intervento, quindi offriremo il primo intervento di screening informativo ed educativo cercando di intercettare precocemente il fenomeno. Il secondo livello, definito "ad alta assistenza" riguarda il centro di pronta accoglienza che, a carattere residenziale, ospiterà i pazienti che si trovano in un momento di grande disagio ai quali offriremo assistenza psicologica, sociale e medica ma anche di tipo abitativo per 60 giorni. Ma saremo presenti anche nella fase educazionale e formativa rivolgendoci ai ragazzi che già a 12-13 anni possono favorire la creazione delle cosiddette antenne scolastiche, come prevede la normativa».