Il caso
Cardiochirurgia pediatrica: continua il duello tra Palermo e Taormina
Tra accuse politiche e appelli civili, il futuro della sanità infantile siciliana è in bilico
In Sicilia si consuma una battaglia sanitaria e politica che ha al centro il destino della cardiochirurgia pediatrica. Da un lato Palermo, con il suo reparto riattivato nel luglio 2023 dopo tredici anni di attesa; dall’altro Taormina, storica eccellenza nel settore, oggi minacciata da una riorganizzazione regionale che la declassa a semplice spoke.
Il presidente dell’associazione Ets-Movimento per la salute, Fabrizio Artale, ha scritto una lettera accorata al presidente della Regione Renato Schifani e all’assessore alla Salute Daniela Faraoni, denunciando dichiarazioni fuorvianti e denigratorie che metterebbero in dubbio la qualità del reparto palermitano. Artale sottolinea come queste affermazioni rischiano di minare la fiducia delle famiglie già provate dalla sofferenza e chiede un’azione istituzionale per affermare la verità dei fatti e tranquillizzare le famiglie.
Il reparto di Palermo, guidato dal professor Fiore Iorio, è descritto come una struttura d’eccellenza: attiva 24 ore su 24, con attrezzature all’avanguardia, 12 posti letto ordinari e 5 di terapia intensiva, integrata in una rete pediatrica multidisciplinare.
Ma la polemica non si ferma qui. Il Movimento 5 Stelle, con il capogruppo all’ARS Antonio De Luca, ha denunciato pubblicamente la scelta del governo regionale di fare di Palermo l’hub principale, relegando Taormina a un ruolo secondario. Secondo De Luca, i dati ufficiali sarebbero stati gonfiati per favorire Palermo: nel 2025, Taormina avrebbe effettuato 105 interventi cardiochirurgici pediatrici, contro i 65 dichiarati dalla Regione. La struttura messinese avrebbe inoltre un’occupazione dei posti letto del 97%, contro il 34% di Palermo. Per il momento la cardiochirurgia pediatrica di Taormina è salva, ma il futuro è incerto.
La decisione del governo Schifani, approvata dalla maggioranza di centrodestra, ha scatenato una vera e propria bufera politica. Il M5S ha parlato di scelta vergognosa e di ingiustizia contro i bambini e le famiglie. Anche Fratelli d’Italia ha criticato il piano sanitario regionale, accusando l’esecutivo di favoritismi e scarsa trasparenza.
In questo clima di tensione, l’appello di Artale assume un valore simbolico: difendere la sanità pubblica infantile da logiche politiche e da una narrazione distorta. «Questa realtà merita tutela, sostegno e valorizzazione, non ingiuste diffamazioni», conclude il presidente dell’associazione.