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L'anniversario

Palestina, l'altro 7 ottobre: 40 anni fa il dirottamento dell'Achille Lauro e la crisi di Sigonella

La data è la stessa della strage compiuta da Hamas nel 2023 e riguarda la vicenda partita dalla nave da crociera italiana e il governo Craxi in contrapposizione a quello Usa

Redazione Catania

06 Ottobre 2025, 18:29

18:32

Palestina, l'altro 7 ottobre: 40 anni fa il dirottamento dell'Achille Lauro e la crisi di Sigonella

Il momento culmine della "crisi di Sigonella" come ricostruita in un celebre film per la tv del 1990

La data è la stessa degli attacchi di Hamas del 2023, ma è di 38 anni prima. E si tratta di un altro capitolo sanguinoso del terrorismo contro gli ebrei che scosse il mondo. Che riguarda strettamente anche l'Italia e la Sicilia.

Il 7 ottobre 1985, al largo dell’Egitto, la nave da crociera Achille Lauro con 545 persone fu presa in ostaggio da quattro dirottatori sfuggiti al controllo dell’OLP. Uno di loro uccise Leon Klinghoffer, 53enne statunitense ebreo, in sedia a rotelle, gettandone il corpo in mare con la carrozzina.

Dopo tre giorni di trattative e la resa, l’epicentro della crisi si spostò a Sigonella, in Sicilia: sulla pista della base NATO militari italiani e americani si fronteggiarono per ore, mentre Craxi e Reagan ingaggiavano un duro braccio di ferro.

Gli USA avevano fatto dirottare verso l’Italia il Boeing egiziano con i sequestratori già in custodia, ma Roma negò l’estradizione dei killer di Klinghoffer. Furono processati a Genova e condannati, eppure la vicenda continua ad alimentare la memoria di un caso che, pur con sentenze e colpevoli, appare ancora incompleto.

La nave Achille Lauro (foto Ansa)

“È stato dai media che abbiamo saputo del decesso, ed era Leon”, racconta in un documentario di Sky TG24 Ilse Klinghoffer, figlia della vittima, in crociera con la madre. “Non potevamo crederci: come si uccide un uomo su una sedia a rotelle? Quando nostra madre riuscì a chiamarci non sapeva che il mondo seguiva il sequestro. Ci disse: ho versato le mie lacrime, ora tocca a voi. Vostro padre era un eroe”.

Segnato per sempre anche Pasquale Di Vanna, allora 25enne terzo ufficiale di macchina: “Sono passati quarant’anni, ma quella vicenda non ha insegnato nulla. Nessuno ha trovato una soluzione: storie così si ripeteranno in eterno”.

Per Alessandro Famularo, giovane avvocato del team di Gianfranco Pagano, difensore dei terroristi, negli anni Ottanta le azioni palestinesi erano spesso dimostrative e le vittime considerate “effetti collaterali”, non il frutto di stragi pianificate. Col tempo è arrivata un’escalation, comprese le reazioni agli attentati, come oggi a Gaza. Pagano gli riferì la confidenza di Al Molqi, capo dei sequestratori ed esecutore dell’omicidio: “Disse di aver perso la testa e di aver ucciso perché, durante uno spostamento, Klinghoffer lo colpì con un bastone. Non era premeditato: l’obiettivo era lo scambio di prigionieri. Per questo l’OLP prese le distanze togliendo l’appoggio politico”.

Dopo oltre 23 anni di carcere, nel 2009 Al Molqi fu espulso in Siria e scomparve. Il giorno seguente Khalid Hussein, anche lui condannato, si suicidò a 79 anni nel carcere di Benevento. A denunciare il fatto fu la moglie, Carla Biano, ex militante di estrema sinistra che lo aveva sposato per corrispondenza; di lei si sono poi perse le tracce.

In una videointervista all’Anti-Defamation League, Ilse ricorda il dolore e la scelta civile della madre: intentò causa anche contro l’OLP, aprendo ai cittadini americani vittime di terrorismo la possibilità di citare in giudizio pure i governi.