santo stefano quisquina
Ricorso respinto su nuovo pozzo, via alle trivelle
Il Tribunale delle acque ha dato ragione all’Ato 9 sull’iter bloccato dal sindaco

Potranno proseguire senza ulteriori ostacoli i lavori per la realizzazione del pozzo Monnafarina e della condotta di adduzione all’acquedotto Voltano. Lo ha stabilito il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, respingendo la domanda cautelare presentata dal sindaco del Comune di Santo Stefano Quisquina, Francesco Cacciatore, che aveva impugnato il progetto approvato dall’Assemblea Territoriale Idrica Agrigento – Ato 9 e dall’Aica.
Il progetto per il pozzo Monnafarina, in territorio di Santo Stefano, prevede la realizzazione di un nuovo pozzo e di circa 5 km di condotta per l’approvvigionamento idrico. L’opera verrà collegata al sistema acquedottistico del Voltano, immettendo l’acqua recuperata nell’acquedotto per compensare gli ammanchi dovuti alla siccità. La Regione ha stanziato finanziamenti significativi (9 milioni di euro) per questo e altri interventi, volti a migliorare l’approvvigionamento idrico.
La vicenda dell’opposizione del sindaco parte da lontano, e ha rallentato l’iter che prevedeva l’inserimento dell’opera tra gli interventi di emergenza in provincia di Agrigento. Il ricorso giurisdizionale presentato dal Comune davanti al TAR Sicilia aveva l’obiettivo di bloccare l’iter. A difendere l’ATO 9, l’avvocato Girolamo Rubino, che ha eccepito il difetto di giurisdizione, sostenendo che la controversia rientrasse nella competenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche con sede a Roma. Il TAR ha accolto l’eccezione, dichiarando il difetto di giurisdizione e rimandando la questione al tribunale competente. Il Comune ha quindi riassunto il ricorso davanti al Tribunale Superiore delle Acque, dove si sono costituiti nuovamente i due enti idrici.
Nelle memorie difensive, il legale ha sostenuto l’infondatezza del ricorso e la piena legittimità del procedimento seguito dagli enti per l’approvazione del progetto. All’esito della fase cautelare, il Tribunale ha condiviso le argomentazioni dell’avvocato Rubino e ha respinto la richiesta del Comune, consentendo così la prosecuzione dei lavori.
Una decisione che sblocca un’opera strategica per il territorio, inserita tra quelle previste dall’ordinanza del Capo della Protezione Civile per affrontare la grave crisi idrica che affligge la Sicilia. Il pozzo Monnafarina rappresenta una risorsa fondamentale per garantire un ulteriore approvvigionamento idrico, soprattutto nei mesi estivi, quando la siccità mette a dura prova cittadini e agricoltori. La sua realizzazione è vista come una risposta concreta a un problema strutturale che da anni penalizza le comunità dell’entroterra siciliano.
Con il via libera del Tribunale, si apre ora una fase operativa che punta a completare l’opera nel più breve tempo possibile. Le istituzioni coinvolte, ATO 9 e Aica, potranno procedere con le attività previste, mentre il territorio attende con fiducia una soluzione che possa garantire stabilità e sicurezza idrica in un territorio, quello della provincia di Agrigento, che continua a vivere situazioni di grave disagio.